domingo, abril 02, 2006

L'arcipelago di Budinich

"A me piace pensare la vita come un viaggio in un paese sconosciuto, che intraprendiamo forniti di un mezzo, che io, nato su un'isola, immagino simile a una barca, per navigare in un vasto arcipelago".

Paolo Budinich,
L'arcipelago delle meraviglie.
Avventure di mare e di scienza
Ed. Di Renzo (Roma, 2000), pp. 126
Euro 10,33

Paolo Budinich è professore emerito di Fisica alla SISSA (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati) di Trieste e ha legato il suo nome a quello di Abdus Salam, pakistano (nato nella regione del Punjab), musulmano, premio Nobel per la Fisica nel 1979. Si è occupato di raggi cosmici, di elettrodinamica quantistica, di geometria spinoriale e anche, negli ultimi anni, di epistemologia.

"L'arcipelago delle meraviglie" porta come sottotitolo - non casualmente - quello di "Avventure di mare e di scienza": Racconta la vita scientifica dell'autore (a Gottinga con Heisemberg, a Zurigo con Pauli, l'ICTP (International Center for Theoretical Physics), la SISSA, l'esperienza dell'"Immaginario Scientifico", ecc.) ma anche le sue vicende umane, di uomo di mare e di frontiera, nato in un'isola adriatica che, nel corso del Novecento, ha cambiato tre volte stato di appartenenza.
Ecco come Budinich si congeda dal lettore :
"A me piace pensare la vita come un viaggio in un paese sconosciuto, che intraprendiamo forniti di un mezzo, che io, nato su un'isola, immagino simile a una barca, per navigare in un vasto arcipelago. Una barca preparataci misteriosamente da qualcuno - di cui sappiamo poco - fornita di ben ordinati comparti dove abbiamo trovato meravigliosi strumenti per vedere, ascoltare, comunicare, ma anche reminiscenze e speranze che saranno le mappe per orientarci nel nostro viaggio. Alcune di queste mappe sono già compilate, altre da completare, altre ancora da disegnare tutte, di bel nuovo(...)."
Messaggio sereno e stimolante insieme, in questo momento in cui forse ci accingiamo a progettare un nuovo anno alle porte.

Dell’editore Di Renzo, e della sua collana I dialoghi – Scienza, abbiamo avuto modo di occuparci già in precedenti interventi. La formula adottata, attraverso la ricostruzione delle vicende umane e scientifiche di protagonisti assoluti della scienza contemporanea, offre una proposta godibilissima nel panorama della opere di divulgazione scientifica.
Nella collana è facile perciò individuare “piccolo perle”, che permettono di addentrarsi nel campo dei più interessanti sviluppi nella ricerca scientifica, riconoscendo nel contempo, qualità umane e statura morale dei principali protagonisti di tali mutamenti. In questa prospettiva, il libro di Budinich, si colloca come testimonianza significativa di quanto sarebbe possibile realizzare in Italia, se la classe politica fosse meno assente rispetto ai problemi della scienza e della cultura e se intellettuali e scienziati avessero il coraggio di prendere iniziative con forza e decisione.
La lungimiranza e la tenacia di Budinich, ha infatti permesso la nascita e lo sviluppo del “Sistema Trieste”, caso praticamente unico, nel panorama scientifico italiano, di concentrazione sinergica di attività scientifiche e culturali. In questa realtà trovano, infatti, collocazione il Centro Internazionale di Fisica Teorica delle Nazioni Unite (ICTP), la Scuola Internazionale di Studi Superiori Avanzati (SISSA), l’Accademia delle Scienze del Terzo Mondo (TWAS), il Laboratorio di Luce di Sincrotrone “Elettra”, l’Area di Ricerca ed il Laboratorio di divulgazione scientifica ”Immaginarioscientifico” .

Il racconto biografico, si snoda a partire dal ricordo della casa natia a Lussino, negli anni di formazione alla Normale di Pisa e poi attraverso le avventure vissute negli anni della guerra. Il ritorno nel dopoguerra nella società civile coincide con la rinascita dell’amore per gli studi scientifici e con un impegno crescente a favore della città di Trieste con l’obiettivo di lenire le tante lacerazioni determinate dai nuovi assetti territoriali.

Lussino è un’isola tra quelle che i Greci chiamarono le Assirtidi, e che D’Annunzio cantò come “le isole di sasso che gli ulivi fan d’argento”. Ai nativi la storia travagliata di queste pietre apparve sempre insensata. Quando io vi nacqui, nel 1916, era austriaca; nel 1918 quando venni portato a Trieste, era italiana; poi quando vi ritornai alla fine della guerra, nel 1946, era iugoslava, e oggi infine è croata.

L'arcipelago di Budinich

Una storia di lupi di mare è quanto propone il libro autobiografico di Paolo Budinich, fondatore del Sistema Trieste, uno dei centri scientifici più vivaci d'Italia.
L'arcipelago delle meraviglie. Avventure di mare e di scienza, questo il titolo del libro, racconta infatti la vicenda di un uomo di frontiera vissuta in luoghi di frontiera.
Il mare, d'altra parte, è radicato nelle tradizioni della famiglia dello scrittore, che vanta capitani di ventura fin dai tempi della Serenissima.
Appassionato di sport velici, Budinich ha ambientato il suo racconto - a metà tra avventura di mare ed esplorazione scientifica - nell'isola in cui è nato, quella Lussino adriatica che ha cambiato quattro volte Stato di appartenenza nel corso dei secoli.
Il tentativo, riuscito, di Budinich è stato quello di far parlare la scienza in modo romantico dal momento che "ciò che abbiamo finora esplorato e capito è solo una frazione infinitesima dell'immensità, ancora inimmaginabile, che ci resta da scoprire".
Corredato di foto, si tratta di un documento storico prezioso se non altro perché, attraverso il racconto di una vita, si ripercorre l'intera vicenda del secolo che si è da poco concluso.
Questo il saluto dell'autore ai suoi lettori:
"A me piace pensare la vita come un viaggio in un paese sconosciuto, che intraprendiamo forniti di un mezzo, che io, nato su un'isola, immagino simile a una barca, per navigare in un vasto arcipelago".